67 - 7714 L'obesità è una patologia in costante aumento nei Paesi occidentali che colpisce, senza distinzione, soggetti di ogni età, con un picco di incidenza nella media infanzia. Secondo l'ipotesi della Bruch (1974) l'obesità infantile si può far risalire alla relazione precoce madrebambino, all'inadeguatezza della prima a discriminare correttamente i bisogni del piccolo, all'offerta di cibo come risposta indifferenziata ai segnali di disagio che egli esprime. Attribuendo al cibo un significato di "consolazione universale" si altereranno le successive capacità dell'individuo di discriminare correttamente gli stimoli della fame e della sazietà. Altri, invece, hanno ipotizzato la presenza di un deficit nella capacità di riconoscimento e di regolazione delle emozioni nelle madri di bambini obesi; è stata inoltre osservata una povertà comunicativa nel sistema familiare di tali bambini, che si rileva soprattutto nella difficoltà a esprimere emozioni di tipo negativo. Da altre ricerche è emerso che è soprattutto la presenza di problematiche materne quali, ad esempio, una sintomatologia di tipo psichiatrico che può essere correlata positivamente con l'obesità infantile. Il bambino obeso viene descritto in letteratura con una struttura di personalità caratterizzata da una tendenza generalizzata alla passività e alla dipendenza dall'oggetto materno e dalla presenza di vissuti depressivi. Non è, però, chiaro se questi siano una conseguenza della negativa immagine di sé che si associa all'obesità o se non siano piuttosto una causa dello stesso comportamento alimentare. Il brano descrive:
il forte legame esistente fra gli errori delle madri e i problemi dei figli
la comunicazione fra genitori e figli
un'aspra critica nei confronti dell'inadeguatezza delle madri
ipotesi su possibili cause dell'obesità infantile